Comunicare la Smart City
Oggi ho partecipato ad un workshop diretto a giornalisti e architetti, dedicato alla Comunicazione dei contenuti relativi alla Smart City: di progettazione infrastrutturale, di innovazione tecnologica e di integrazione con gli utenti finali.
Presenti fra i relatori Alessandro Scandurra, Architetto progettista del complesso Uptown a Cascina Merlata – dove si è tenuto il workshop – e Stefania Gilli, Country Manager per Vodafone sull’IOT (Internet of Things).
Scandurra crede in un mondo formato da meno cose e più relazioni fra le persone, Gilli lavora per creare relazioni digitali fra noi e oggetti e dispositivi che fanno parte della nostra vita quotidiana.
Un incontro interessante fra il mondo del progetto architettonico – visibile, materico e il mondo – a volte nascosto – della tecnologia che sta trasformando le nostre vite ad una velocità ormai esponenziale. In mezzo, le parole per dirlo, per raccontarlo, per comunicare il cambiamento in atto e le necessarie connessioni per poter godere appieno delle nuove opportunità che ci vengono offerte.
Nel contesto culturale e fisico dello Smart District di Cascina Merlata, le 3 chiavi di lettura progettuali di questa nuova porzione di città all’avanguardia sono l’Infrastruttura, realizzata anche per stratificazione e lettura dei legami preesistenti sul territorio, la Struttura in quanto parte architettonica edificata e la capacità di entrambe di creare un sistema vivibile, ricco di relazioni fra spazi e servizi, cioè la capacità di “fare luogo”.
A me interessa questo: la capacità di un progetto di così ampio respiro di creare appartenenza, a luoghi sia fisici che digitali, attraverso la trasmissione di energia. Energia per far funzionare infrastrutture e tecnologia, e libera circolazione di energia fra gli abitanti, per generare radicamento, coesione, relazioni e qualità di vita. In una unica accezione: Smart living.
SMART LIVING e PLACE MAKING
Nel mio lavoro applico lo Smart living alla possibilità di fare luogo – in inglese Place making – all’interno della propria casa, connettendo a livello energetico le persone con i propri spazi. Un passo che va oltre alla domotica (intesa come insieme di servizi diretti all’utente finale tramite IOT), e rimanda ad una visione olistica dell’abitare.
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